IL BRUTTO ANATROCCOLO
Gran movimento ci fu quel giorno sull'aia; sei anatroccoli si fecero largo nel mondo a colpi di becco ma il settimo uovo,il più grosso, non voleva schiudersi!
Un “CRACK!” più violento del solito e ad un tratto il settimo uovo si schiuse fra l'entusiasmo e la meraviglia di tutti e l'urlo di mamma Anatra che, per la prima volta in vita sua,vide un anatroccolo tanto diverso dagli altri.
Non era giallo e aveva una strana protuberanza sul becco!
Tutti gridarono: “Brutto! Vattene dal nostro cortile, brutto anatroccolo” anche mamma Anatra lo allontanava con il suo becco.
Il brutto anatroccolo fuggì piangendo e gridando: “È colpa mia se sono più brutto degli altri?” ma nessuno gli dava ascolto.
Giunto vicino ad un laghetto vide altri anatroccoli molto simili a lui; credette di trovare conforto ma anche questi avevano altro a cui pensare, tra poco sarebbe iniziata la stagione della caccia.
I piccoli anatroccoli aspettavano i loro genitori per poter essere portati in salvo. Il brutto anatroccolo rimase da solo, inconsapevole di quello che sarebbe successo.
Ma lo seppe presto dal rumore delle fucilate e dal terrore di essere inseguito da un cane, infatti il brutto anatroccolo non sapeva volare.
Nessuno gli aveva insegnato a volare ne a difendersi e così per portarsi in salvo corse per chilometri senza una meta.
Il cane stanco di seguirlo lo abbandonò e il brutto anatroccolo incredulo di essere ancora vivo si guardò in giro, una vecchina, sulla porta di casa, lo vide così impaurito e lo chiamò.
Avendo avuto subito fiducia di quella donna, il brutto anatroccolo rimase con lei nella sua casa pensando di aver trovato finalmente la sua mamma.
Dopo quasi un anno quella che lui pensava fosse la sua mamma lo caccò di casa. Cosa era successo?
L'intenzione della donna era quella di irrobustire il pennuto per poi mangiarselo, ma visto che non era nè un'oca nè un'anatra non sapeva che farsene e così se ne liberò.
A primavera raggiunse un bel laghetto e ... che meraviglia! Vide altri pennuti in tutto simile a lui. Erano dei bellissimi cigni che lo accolsero con grande gioia.
Felice di stare con i suoi fratelli il brutto anatroccolo capì che lui era tutt'altro: era un bellissimo cigno!
Prima di partire con i suoi amici il brutto anatroccolo volle salutare la sua mamma e ritornò nell'aia dove era nato.